Mentor Fevola F. - Mentee Zannini M. : Letture consigliate per iniziare

Descrizione

Consiglio di iniziare con lo scegliere una o più tra queste tre letture che riporto sotto, per poi farne una brevissima sintesi/analisi su cosa è piaciuto e quale è stata la finalità e l'insegnamento che si può trarre da essa.

I libri che consiglio sono i seguenti:

1.    L'arte della guerra - Autore Sun Tzu - Si tratta probabilmente del più antico testo di arte militare esistente, il libro è tuttora usato per la conduzione e strategia di molte aziende di tutto il mondo.

2.     L'arte del negoziato - Autori R. Fisher, W. Ury, B. Patton - Conoscere le tecniche della trattativa è un asso nella manica, un vantaggio nella vita. Gli autori, docenti di Harvard e tra i maggiori esperti di quest'arte, hanno capito che le stesse tecniche insegnate ai diplomatici e ai politici di professione potevano essere messe a disposizione di tutti.

3.     Toyota Way - I 14 principi per la rinascita del sistema industriale italiano - Autori Jeffrey K. Liker , Luciano Attolico - Il best seller internazionale arricchito di 14 casi studio italiani che dimostrano l'efficacia e il successo del metodo toyota.

Conclusioni

TASK MENTEE : Leggere tre libri (L’arte della Guerra, Sun Tzu; Toyota Way, Jeffrey K. Liker; L’arte delnegoziato, Roger Fisher) ed elaborare dei riassunti per ciascuno.

1. Toyota Way, Jeffrey K. Liker & Luciano Attolico

“Toyota Way” descrive minuziosamente la cultura e i principi aziendali/filosofici usati da Toyota, partendo dai suoi albori fino ai giorni nostri.

In primis si affronta il concetto del TPS, ovvero il Toyota Production System il quale viene applicato ai processi produttivi lean. L’organizzazione del lavoro avviene secondo dinamichepull, dove la produzione viene regolata in base agli ordini (la domanda di mercato) tentando di limitare il più possibile la produzione di scorte se non in piccole quantità per casi di emergenza. Questo sistema ha come obiettivo quello di eliminare le “tre M” all’interno di un’aziendamuri (sovraccarichi), mura (inconsistenze) e soprattutto i “muda” (sprechi). Il concetto di muda viene richiamato spesso all’interno del libro, poiché non si riferiscesolamente a sprechi di carattere materiali ma anche a perdite di tempo o qualità che vanno ad influire su tutta la produzione, non portando alcun valore aggiunto. Vengono descritti sette tipi di sprechi: sovraproduzione (la principale fonte di tutti gli sprechi), time-on-hand (attese), sovra-lavorazione, scorte eccessive, trasporto eccessivo, difetti, capitale umano non sfruttato correttamente (creatività). Con questa organizzazione la casa madre giapponese riesce aminimizzare gli sprechi, ottimizzare la produzione e battere l’industria automotive americana.

Se il TPS si incentra sugli aspetti di produzione, il Toyota Way si occupa più del lato filosofico e manageriale da applicare anche al di fuori del mondo automotive. Qui ne sono protagonisti il capitale umano, il rispetto per gli impiegati e il miglioramento continuo (kaizen). Adifferenza dell’approccio occidentale, il quale guarda al lavoratore come un costo, la mentalità giapponese invece mette al centro l’uomo. È solo grazie alle persone se un business può starein piedi: lavorando, comunicando e crescendo tutti insieme si contribuisce alla buona salutedell’azienda. Si tenta di dare più responsabilità a tutti, dal manager fino all’operaio dellacatena di montaggio, in modo da coinvolgere il più possibile le risorse umane e renderle partecipe di un progetto di lungo corso. Il TW si esprime in 14 principi, qui di seguito sono riportati quelli che ritengo più significativi:

- Basare le decisioni di management su una filosofia a lungo termine, anche a scapito degli obiettivi finanziari di breve termine.
- Coltivare leader che comprendono a fondo il lavoro, vivono la filosofia e insegnano agli altri.

- Rispetta tutti i tuoi partner e fornitori, stimolandoli ed aiutandoli a crescere.
- Diventare un'organizzazione di continuo apprendimento attraverso la riflessione (hansei) e il miglioramento continuo (kaizen).

2. L’arte del negoziato, Roger Fisher

Più che un libro, “L’arte del negoziato” è un preziosissimo compendio di pura strategia e tattica. Nel corso della nostra vita saremo sempre sottoposti a un qualche tipo negoziato: con gli amici, all’università, con il partner o sul lavoro saremo sempre costretti a doverci confrontare, raggiungendo compromessi o facendo prevalere le nostre posizioni. Nel testo, elaborato dall’Harvard Negotiation Project, viene descritto passo per passo cosa fare in base a quale situazione ci ritroviamo.

La critica iniziale che viene posta è che spesso le contrattazioni vengono fatte su base diposizioni fisse, dove non ci si vuole smuovere e dalle quali l’unico modo per raggiungere un’intesa è fare concessioni o “rosicchiare” la posizione dell’altro. Da questo sistemaemergono negoziatori soft, i quali tendono ad evitare lo scontro e a non prendere posizioni ostili, e negoziatori hard, i quali tenderanno a prevalere sui primi poiché inclini allo scontro diretto e difficilmente smuovibili dalle loro idee. Fisher indica anche una terza via win-win, chiamata principled negotiation, la quale si basa su quattro princìpi:

- Separare le persone dal problema
- Discutere dei problemi in base ai meriti e non litigando sulle posizioni
- Creare una serie di opzioni prima di stabilire un accordo
Dove c’è un conflitto di interessi o una discrepanza in essi, concentrarsi su risultati chepossano essere considerati oggettivi e giusti per entrambe le parti.

Il primo principio solleva il problema che spesso le persone tendono ad auto-coinvolgersi personalmente con i problemi e le loro posizioni, percependo la negoziazione come un attacco personale. Separare le due cose mette ambo le parti in grado di non danneggiare la loro relazione (commerciale, sentimentale, ecc) e di avere un quadro più chiaro ed oggettivo della situazione.

Il secondo principio indica come un buon accordo si basi sugli interessi dei negoziatori e non sulle loro posizioni. Basarsi su queste ultime significa che per forza qualcuno dovrà cedere e“perdere”: per uscirne vittoriosi bisogna fare leva sul fatto che tutte le persone hannodeterminati interessi (economici, di realizzazione, di sicurezza, ecc). Discuterne chiaramente in partenza mettendo le carte in tavola (alcune) può aiutare nel trovare una soluzione comune.

Il terzo principio ci mette in guardia: non sempre le negoziazioni vanno come speriamo.Spesso e volentieri la mentalità dell’altra parte può essere ostile, sulla difensiva o il problema può richiedere inizialmente una soluzione win-lose. Ogni negoziatore dovrebbe avere prontodelle proposte che l’altra parte trovi soddisfacenti: è cruciale avere un piano già prestabilitoin modo che sembrino il più legittime possibili – riducendo al minimo il rischio di ricorrere a minacce.

Infine, il quarto principio spiega come agire nel caso in cui gli interessi siano opposti: le parti devono utilizzare criteri oggettivi per risolvere le loro differenze, altrimenti nasce il rischioconcreto di scatenare uno “scontro” ostile. Le parti devono concordare quali criteri legittimi che pratici sono i migliori per la loro situazione, chiedendosi più volte se entrambi sarebbero disposti a sottostare a tali standard e/o accordi.

3. L’arte della guerra, Sun Tzu

Il testo di Sun Tzu è forse uno dei più famosi per quanto riguarda la strategia di guerra, il quale può essere però ampiamente applicato anche nel mondo del business.

Nei suoi 13 capitoli lo stratega si concentra su ogni aspetto o sfaccettatura della battaglia, dalle tattiche in campo al comportamento che dovrebbe avere un leader. Alcuni suoi pilastri, come il sapere quando combattere e quando non farlo, sapere come ingannare il nemico e conoscere i punti di forza e debolezza di entrambe le parti, sono alla base della strategia commerciale o aziendale: allo stesso modo conoscere il momento giusto per entrare in un mercato, sapere come sopraffare un competitor ingannandolo e raccogliere informazioni (conoscenza = potere) possono decretare il successo o fallimento di una società. Vista la brevità del testo, qui di seguito riporto alcuni insegnamenti che ritengo fondamentali e significativi:

“Tutta la guerra è basata sull'inganno. Quindi quando siamo in grado di attaccare dobbiamo sembrare incapaci. Quando si usano le nostre forze dobbiamo sembrare inattivi. Quando siamo vicini, facciamo credere al nemico che siamo lontani. Quando siamo lontani dobbiamo far credere al nemico che siamo vicini

“Se conosci il nemico e conosci te stesso, non devi temere il risultato di cento battaglie. Se conosci te stesso, ma non il nemico, per ogni vittoria ottenuta subirai anche una sconfitta. Senon conosci né il nemico né te stesso, soccomberai in ogni battaglia.”

Le tattiche militari sono come l'acqua. Perché l'acqua, nel suo corso naturale, scorre dai luoghi alti e scende verso il basso. Quindi, in guerra, lo scopo è quello di evitare ciò che è forte e colpire ciò che è debole ".

Prenditi cura della tua squadra, ma sappi essere anche duro”
“Circondati di grandi persone, perché subordinati deboli e frustrati ti indeboliranno.”“Pianifica in anticipo”
“Sii decisivo e agisci velocemente”


FEEDBACK DEL MENTOR

Bravo Marco, ottimo lavoro di sintesi e di comprensione dei tre libri. Hai colto l'essenza delle tre letture a pieno.

Sono molto soddisfatto.

MENTOR Fevola Fulvio
MENTEE Zannini Marco

Data di pubblicazione: 25/01/2019